Linfedema Flebedema e Lipedema
Molte sono le patologie che determinano come sintomo un edema, alcune trovano beneficio dal trattamento riabilitativo, come il linfedema, il flebedema, il lipedema e edemi funzionali, altre necessitano di cure diverse. Perciò rivolgersi al medico specialista per una diagnosi accurata è il primo passo fare.
LINFEDEMA
Il Linfedema si manifesta come un gonfiore dovuto ad una imbibizione dei tessuti causata dal ristagno di linfa. È una malattia cronica e tendenzialmente progressiva. Il linfedema può essere primario o secondario
Classificazione in stadi del linfedema rispetto ai sintomi e alla reversibilità
- stadio 0: edema latente, nessun segno clinico. Linfoscintigrafia patologica
- stadio 1: è reversibile, spontaneamente o con fisioterapia, edema molle, segno di fovea positivo non ci sono fibrosi, né modificazioni cutanee
- stadio 2: il linfedema è manifesto, irreversibile, segno di Stemmer positivo, presente fibrosi, modificazioni cutanee come papillomatosi e ipercheratosi
- stadio 3: il linfedema è manifesto, la fibrosi proteica sottocutanea è massiccia, elefantiasi, modificazioni cutanee severe, alterazioni cutanee, cisti e fistole linfatiche, linforree, eczemi, micosi interdigitali e frequenti erisipele e angiosarcomi
Linfedema primario
È dovuto ad un’alterazione del sistema linfatico, vasi o/e linfonodi, che si verifica già in età embrionale e che determina una riduzione della capacità del trasporto linfatico. Per il 10% dei casi è ereditario. Si manifesta raramente alla nascita, più facilmente nei primi mesi di vita, durante la pubertà, la gravidanza o in seguito ad eventi scatenanti. La maggior parte dei linfedemi primari si manifesta prima dei 20 anni. Viene definito precoce se e compare prima dei 35 anni, in caso contrario si definisce tardivo.
Un linfedema primario si associa spesso ad altre sindromi congenite come per esempio la sindrome di Klipperl-Trenaunay, la spina bifida o la sindrome di Ullrich-Turner.
Linfedema secondario
È dovuto a un disturbo acquisito del sistema linfatico. Il linfedema secondario può essere:
post-intervento. Rientrano in questa categoria gli edemi che insorgono per lesioni dei vasi linfatici o asportazione dei linfonodi in seguito a procedure diagnostiche, mediche o terapeutiche. Il linfedema può insorgere nell’immediato post-intervento causato dalle lesioni tissutali e dalla resezione dei linfonodi. Il trattamento precoce, con il linfodrenaggio migliora la risposta linfatica e permette la riduzione dell’edema. E nel caso sia indicata la radioterapia permette di evitare il sovrapporsi dell’edema post-intervento a quello post-attinico.
- intervento di asportazione dei linfonodi a scopo diagnostico o terapeutico per patologia tumorale. Per esempio:
- l’asportazione dei linfonodi addominali o inguinali in seguito a un intervento oncologico all’addome può portare a un linfedema dell’arto inferiore, degli organi genitali esterni o dell’addome,
- la dissezione dei linfonodi ascellari post intervento al seno può determinare un linfedema all’arto superiore e al torace dallo stesso lato
- la resezione dei linfonodi cervicali per una neoplasia otorinolaringoiatrica sviluppa un linfedema secondario cervico-facciale.
- lesioni in zone di passaggio di importanti vasi linfatici per esempio in seguito a asportazione di vene negli interventi di bypass coronarico o interventi nella zona inguinale.
In questi casi si riduce la capacità di trasporto linfatico. Non sempre insorge un linfedema, tuttavia poiché il rischio che si sviluppi aumenta si parla di linfedema in fase di latenza.
- da radioterapia. La radioterapia comporta una reazione infiammatoria cronica che determina nella zona radiata fenomeni di fibrosi o disturbi funzionali che vanno a compromettere la funzionalità dei vasi linfatici se quindi il trasporto della linfa. Il linfedema post- radioterapia si può manifestare anche a distanza di anni.
- da metastasi, per blocco del deflusso linfatico per metastasi o recidiva
- post-traumatico. È un linfedema che insorge dopo un evento traumatico. Si definisce acuto se scompare entro i tre mesi, cronico se è permane oltre i tre mesi.
- post-infiammatorio. Sono linfedemi che compaiono in seguito a un’infiammazione dei vasi linfatici o dei linfonodi causata da lesioni tessutali o da infezione, per es. eresipela, o da una parassitosi es la filariasi
- da malattia reumatica, come per es la sclerodermia, la poliartrite reumatica.
FLEBEDEMA
Sono edemi che insorgono soprattutto agli arti inferiori causati da disturbi venosi come per esempio l’insufficienza venosa cronica dovuta a trombosi o varicosi, che altera la funzionalità delle valvole venose e porta a un aumento di pressione nelle vene.
La stasi si può manifestare in gravidanza, con l’uso di contraccettivi, l’uso di farmaci o a causa di situazioni di sovrappeso, immobilità, o malattie reumatiche e neurologiche
Inizialmente il flebedema si manifesta alle caviglie, ma se il sistema linfatico è sano, si riduce con la posizione distesa, con il movimento e con l’utilizzo delle calze compressive. Altri sintomi possono essere dolore, senso di pesantezza, la pelle diventa sottile secca, meno elastica, vene e capillari si presentano dilatati
il sovraccarico linfatico costante con il tempo porta a un danneggiamento delle strutture linfatiche e a conseguenti disturbi cutanei, fino a vere e proprie ulcere cutanee. Il flebedema assume allora una forma mista definita flebo-linfedema
Stadi del flebedema:
- edema, insufficienza dinamica
- insufficienza dinamica + insufficienza meccanica iniziale, ct, dermatosi, lipo-dermatosi-sclerosi, atrofia bianca
- insufficienza combinata, necrosi (ulcerazione)
LIPEDEMA
È una malattia cronica, costituzionale, probabilmente geneticamente determinata
E’ caratterizzato da una sproporzione nella distribuzione del grasso tra la parte superiore e la parte inferiore del corpo, che porta anche a disturbi psicologici legati all’accettazione di sé
La causa della malattia è ancora soggetta a studi, si parla di fattori ormonali e genetici. L’esordio coincide con la pubertà o la gravidanza, talvolta con la menopausa
Inizialmente è asintomatica, con gli anni compare dolore, senso di tensione e facilità agli ematomi per traumi di lieve entità
Si distinguono quattro stadi
- l’aumento del tessuto adiposo è distribuito in modo omogeneo. Il tessuto sottocutaneo è più spesso, sono presenti piccoli noduli adiposi, ma la cute rimane liscia, a volte lucente
- i noduli adiposi diventano più grandi, la cute non appare più liscia (pelle a buccia di arancia) presenta delle irregolarità, dovute a retrazioni fibrotiche che generano depressioni e rilievi cutanei,
- i noduli sono più grandi, la cute presenta un aspetto “a materasso”; è presente dolore alla palpazione. il tessuto adiposo aumenta notevolmente in modo simmetrico, soprattutto a livello delle anche, delle cosce, della parte interna delle ginocchia e sopra e sotto le ginocchia. Con l’instaurarsi anche di difficoltà di deambulazione.
- compare l’edema, inizialmente in modo saltuario e poi in modo persistente, compare il segno di fovea.
È importante la diagnosi differenziale tra lipedema e obesità ai fini della terapia. Spesso le due patologie si sovrappongono. Se le pazienti riescono a diminuire il peso limitando l’apporto calorico e aumentando l’attività fisica si riduce l’adiposità a livello dell’addome, ma non quella degli arti inferiori e la sproporzione diventa più evidente. Infatti il lipedema non è soggetto a diminuzione con la normale dieta, tuttavia aumenti di peso non sono auspicabili perché vanno a peggiorare il lipedema. Perciò serve una diagnosi medica accurata e una terapia adeguata.
- nel linfedema funzionale. I disturbi sono per la maggior parte reversibili ed intervengono spesso in aggiunta a edemi per sovraccarico del sistema vasale linfatico. Es. l’immobilità o la stazione eretta prolungata provocano una riduzione della contrazione della muscolatura scheletrica, manca l’effetto pompa muscolare, si arriva a una riduzione del moto linfatico e dello scorrimento della linfa.
ALTRI EDEMI
È importante che il medico faccia una diagnosi differenziale tra i tre tipi di edemi principali appena descritti, linfedema, flebedema e lipedema, rispetto ad altri edemi come per esempio:
- l’edema periferico di origine cardiaca dovuto a un’insufficienza cardiaca destra e a un aumento di pressione nel circolo venoso. In questo caso infatti il trattamento è di tipo farmacologico e, laddove il medico valuti la necessità di affiancare un trattamento fisico con linfodrenaggio e con tutori elasto-compressivi è indispensabile una adeguata sorveglianza medica
- l’edema ortostatico legato ad attività lavorative che si svolgono prevalentemente sedute in piedi fermi. Sono edemi reversibili con il riposo notturno in cui è indicato l’uso di calze compressive
- l’edema idiopatico. È un edema che colpisce prevalentemente le donne e si manifesta con senso di tensione e gonfiore generalizzato soprattutto al mattino, poi nel pomeriggio si localizza più frequentemente agli arti inferiori. Necessario nella diagnosi escludere le malattie che favoriscono l’edema generalizzato come per esempio i disturbi metabolici, renali, epatici e cardiaci o gli effetti collaterali di terapie farmacologiche o allergie. Il linfedema idiopatico trova beneficio dal linfodrenaggio manuale e dall’uso di calze e dall’attività fisica moderata.
- Edema vaso-vegetativo. Dipende da un disturbo del sistema nervoso vegetativo che altera il tono vascolare di arteriole, venule e capillari. Si manifesta per esempio nella sindrome di Sudeck o algodistrofia.