I meccanismi extravascolari che facilitano il ritorno venoso e linfatico sono la pompa muscolare e le variazioni delle pressioni addominali e toraciche che avvengono durante la respirazione. La pompa muscolare è il meccanismo per cui i muscoli contraendosi durante il movimento esercitano una pressione sui vasi linfatici e sanguigni favorendo il ritorno venoso. Le valvole impediscono il “reflusso”. Questo meccanismo di spremitura delle vene e dei linfatici è reso possibile per la presenza della porzione ossea, non distensibile, e della parte cutanea, la pelle, che con la sua elasticità, fintanto che è conservata, funziona come una calza elastica naturale. Inoltre a livello della pianta del piede esistono due importanti strutture:
1. la Soletta di Lejars formata da piccoli vasi capillari)
2. Triangolo della Volta struttura architettonica nella parte più profonda del piede ove risiedono le più importanti vene profonde: le vene plantari interne ed esterne).
Durante il cammino normale la pressione esercitata in sequenza su queste strutture favorisce il ritorno venoso e linfatico, che invece è compromesso in queste situazioni:
• alterazioni anatomo-strutturali come per esempio il piede piatto, piede cavo, alluce valgo, dita a martello, neuroma di Morton non consentono un corretto appoggio plantare,
• calzature inadeguate, per esempio con tacchi alti, o troppo bassi (ballerine) o le scarpe a punta
• condizioni patologiche per cui il paziente per qualunque motivo non può camminare o presenta una deambulazione non efficiente
• alterazioni posturali come per es un ginocchio valgo o varo che condizionano l’appoggio plantare .
Nel seguente studio Bernardini M., Quarto G., Del Sole D., Bernardini E. “Influences of postural alterations on the hemodynamic of the gait in patients with saphenous incompetence. A preliminary study” Ann. Ital. Chir., 2019 90, 6: 545-550 gli autori sostengono che la concausa dell’insufficienza venosa cronica non può essere unicamente attribuita all’alterazione dell’appoggio plantare (che risulta un parametro importante ma non l’unico), bensì da più parametri alterati nella deambulazione. Il numero maggiore di asimmetrie nel cammino presente nei soggetti con la manifestazione della patologia monolaterale provoca uno scompenso emodinamico più significativo rispetto a quella bilaterale. Pertanto concludono che nella varicosi monolaterale la correzione della postura potrebbe prevenire l’insorgenza della malattia o ridurne la gravità. Sarebbe pertanto auspicabile effettuarla su figli di flebopatici in età evolutiva, per mantenere allo stato latente la malattia. Nella varicosi bilaterale potrebbe essere sempre utile valutare l’aspetto posturale perché una sua correzione potrebbe comunque migliorare l’emodinamica del cammino e ridurre l’insorgenza e/o la gravità delle recidive post-trattamento.
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